l’isola delle rose (micronazione)

L’isola delle Rose (in esperanto Insulo de la Rozoj), nome ufficiale Repubblica Esperantista dell’Isola delle Rose (esp. Esperanta Respubliko de la Insulo de la Rozoj), fu il nome dato a una piattaforma artificiale di 400 m² che sorgeva nel mare Adriatico a 11612 m al largo della costa tra Rimini e Bellaria-Igea Marina e 500 m al di fuori delle acque territoriali italiane; ideata dall’ingegnere bolognese Giorgio Rosa nel 1958 e terminata nel 1967[1], il 1º maggio 1968 autoproclamò lo status di Stato indipendente[2][3], ma di fatto fu una micronazione.

L’Isola delle Rose, pur dandosi una lingua ufficiale (l’esperanto), un governo, una moneta e un’emissione postale[2], non fu mai formalmente riconosciuta da alcun Paese del mondo come nazione indipendente. Occupata dalle forze di polizia italiane il 26 giugno 1968[4] e sottoposta a blocco navale[5], l’Isola delle Rose fu demolita nel febbraio 1969[2]. L’episodio venne lentamente dimenticato, considerato per decenni solo come un tentativo di “urbanizzazione” del mare per ottenere vantaggi di natura commerciale[6]. Solo a partire dal primo decennio del 2000 esso è stato oggetto di ricerche e riscoperte documentarie imperniate invece sull’aspetto utopico della sua genesi.

(https://it.wikipedia.org/wiki/Isola_delle_Rose_(micronazione))

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